La società Impatto Zero di Reggio Emilia, che si occupa di edilizia sostenibile e riqualificazione energetica, ci ha contattate per avere una consulenza sul completamento della ristrutturazione interna della nuova sede: un capannone già ristrutturato in modo egregio con materiali tipici del riuso e dell’ecosostenibilità, balle di fieno, lamiera ondulata, osb arredi di recupero come le bellissime sedie da cinema.
Mancavano delle idee per il corridoio, l’ufficio e alcuni dettagli della sala principale che accoglie lo spazio per gli incontri di formazione, la parte espositiva, l’angolo bar e relax.
Ci è stato richiesto soprattutto di occuparci della progettazione degli spazi esterni: una pensilina per l’ingresso, un divisorio che mimetizzasse la zona stoccaggio, degli elementi che mettessero in rilievo l’ingresso e definissero le aree verdi, delle sedute creative, l’illuminazione per l’esterno ed un allestimento temporaneo per il giorno dell’inaugurazione.
E’ stato molto bello confrontarci con una società attenta come noi alla sostenibilità, amante del riuso e conoscitrice di tutti i materiali che adoriamo.
Per la pensilina esterna abbiamo studiato un elemento realizzato in OSB, lamiera ondulata e rete elettrosaldata che appare simile ad un origami, mentre per gli elementi divisori, che avevano il compito di schermare la parte finale del giardino, abbiamo pensato a sette elementi autoportanti schermanti con telaio in legno e pannelli realizzati con vari materiali colorati che si sfruttano in edilizia: teli di plastica, le reti sempre in materiale plastico che si utilizzano nei cantieri, osb, rete elettrosaldata ecc.
Prima proposta tutta in OSB
Pannelli schermarti con intelaiatura in legno e corpo in diversi materiali da cantiere
Tavola finale con pensilina in tre materiali e pannelli schermanti area magazzino all’ aperto.
Ispirazioni…
Nel grande giardino erano presenti una macina, una vecchia capriata e un muletto elevatore in disuso, abbiamo suggerito di mantenere e valorizzare questi tre elementi, rappresentanti di un’archeologia industriale. La macina è diventata, grazie a dei cuscini realizzati con sacchi di juta imbottiti di paglia, un’ulteriore comoda seduta temporanea per l’inaugurazione. Abbiamo proposto di dipingere il muletto in un colore shocking, in modo da creare un forte contrasto e rendere il macchinario simile ad un’installazione di arte contemporanea.
La capriata è diventata lo schienale di una nuova seduta fissa, realizzata con rete elettrosaldata riempita di ghiaia e pietroni.
Il salotto all’aria aperta è stato completato con un comodo divano angolare realizzato con i pallet e due allegre e scenografiche altalene colorate ricavate da vecchie sedie di legno.
Infine abbiamo suggerito al cliente di realizzare i “lampioncini” per l’illuminazione esterna, con dei tubi in pvc per un risultato funzionale e creativo.
Macina e muletto!
esempi di altalene realizzate con vecchie sedie recuperate e dipinte
Esempi di sedute realizzate con gabbioni di rete elettrosaldata e pietrisco
Esempi di illuminazione, adatta anche per l’esterno, realizzata con tubi in PVC e corrugati.
Progetto del “salotto” permanente esterno con divano in pallet, seduta in gabbioni di rete elettrosaldata e schienale capriata.
All’ingresso una pannellatura di pallet creerebbe un muro che mimetizza lo spazio dedicato ai cassonetti per la raccolta differenziata, su questa dovrebbe essere apposto il logo di Impatto zero, e ai lati dell’entrata due bei vasi, sempre di pallet per graziosi alberelli da frutto, metterebbero in risalto l’ingresso attualmente un po’ anonimo.
Un’istallazione di copertoni fioriera accompagna il visitatore lungo il vialetto di accesso.
Si è proposto per le sedute temporanee esterne da utilizzare durante l’inaugurazione, delle balle di fieno la cui parte superiore dovrebbe essere “rivestita” da teli di juta, per non far stare la pelle a contatto con la paglia pungente. I tavolini da appoggio potrebbero essere comodi e semplici pallet. I bancali possono servire anche per realizzare un piccolo angolo espositivo per illustrare i materiali utilizzati dall’azienda per le sue ristrutturazioni sostenibili: lana di roccia, calce canapa solida e non, materiale isolante in fibra di legno, cellulosa, canapa e ytong.
Allestimento temporaneo per mostrare i materiali sfusi come cellulosa e fibra di legno.
Proposta di allestimento temporaneo esterno per l’inaugurazione. Sedue realizzate con balle di fieno e telo di juta, tavoli-pallet e pouf sacchi di juta.
Vista dell’ingresso dell’azienda con la pannellatura in pallet dove campeggia il nome della società, vasi in pallt e installazione-aiuola con copertoni di auto
Esempio di aiuola realizzata con vecchie ruote di auto recuperate
Per quanto riguarda gli interni ci sono stati chiesti dei suggerimenti per il corridoio di accesso nel quale erano presenti tre porte: quella dell’ufficio, quella dello showroom e quella di un vano scala.
Le tre porte dovevano richiamare anche esse i materiali da cantiere, quella dello showroom doveva lasciar intravedere cosa c’era oltre; ai clienti piaceva l’idea che assomigliasse ad una porta in ferro con oblò, di quelle a tenuta stagna.
Per la porta dell’ufficio è stata suggerita una realizzazione in vetro e rete elettrosaldata, in modo da schermare l’interno ma allo stesso tempo non isolare completamente e far avere il controllo dell’entrata.
La terza porta è stata pensata come una porta “sprangata” da cantiere realizzata in legno e tavole.
Una boiserie di lamiera grecata, un attaccapanni realizzato con delle cazzuole, e un lampadario con tubo innocente e lampadine a bulbo a vista avrebbero completato l’ingresso.
Progetto per il corridoio, dove sono presenti le tre diverse porte realizzate con materiali da cantiere e una boiserie in lamiera retrilluminata
Esempio di attaccapanni realizzato con cazzuole
Schizzo per il lampadario del corridoio realizzato con un tubo innocente cavi a lampadine a bulbo a vista
Per l’ufficio si è pensato ad una pannellatura multifunzione in osb, in accordo con quella già esistente nella showroom, che mimetizzasse una finta finestra inutilizzata e comprendesse un piccolo sgabuzzino, mensole e un copritermosifone. Un’altra parete era stata studiata per diventare una sorta di galleria fotografica di realizzazioni e immagini suggestive, che potevano facilmente essere appese con dei ganci alla parete rivestita da rete elettrosaldata.
Il cliente desiderava inoltre una decorazione con balle di fieno e recuperare le scrivanie già in possesso.
Vista della parete attrezzata in OSB tutta pannellata con mensole, copritermosifone e nella parte inclinata si nasconde un piccolo sgabuzzino
Tavola proposta parete attrezzata in OSB
In una seconda proposta la parete galleria in rete elettrosaldata si alleggerisce e la seconda scrivania diventa a scomparsa in un mobile da utilizzare all’occasione
Tavola illustrativa della parete devcorata con balle di fieno e mobile contenitore e copritermosifone. La panca preesistente è stata dotata di cuscini e schienale imbotto in juta. I pomelli dei mobiletti sono stati simpaticamente reinterpretati con delle manopole di recupero.
Per la sala mostra una simpatica scritta realizzata con chiodi e fili colorati avrebbe potuto indicare “L’area ristoro” con le macchinette degli snack e caffè mentre un lungo piano d’appoggio ed espositivo avrebbe nascosto degli sgabelli cubici di vari materiali, da estrarre ed utilizzare all’occorrenza. Gli sgabelli potevano essere utilizzati anche come basette espositive per mettere in evidenza particolari materiali durante i workshop.
La grande stecca dipinta di blue elettrico, e che dialoga con una già preesiste rossa (un bancone al centro dello spazio) è un piano attrezzato con degli sgabelli estraibili realizzati in diversi materiali che possono essere utilizzati anche come basette espositrici
Un modo semplice per realizzare un’insegna? Grandi chiodi e filo colorato!
La collaborazione con Impatto zero, oltre ad essere stata stimolante e molto interessante, ci ha fatto conoscere nuove tecniche costruttive e materiali in accordo con il nostro pianeta, avvicinandoci ancora di più a quella che già era la nostra filosofia.
Ed in fine, in occasione del nostro sopralluogo, abbiamo visto e “toccato con mano” la stazione dell’alta velocità di Calatrava che sola avrebbe giustificato il viaggio!