Con questo post comincerò a parlarvi ogni tanto di architetture nordiche.
Reduce dalla Biennale di Architettura di Venezia, sono rimasta colpita dal padiglione dei paesi nordici, che con la sua mostra “In Terapy” mette “in terapia” l’architettura scandinava, offrendone un’inedita lettura in chiave psicanalitica. Io sono perfettamente d’accordo, in questo caso, con “l’Architetto” (e non potrebbe negarlo nessuno) che l’architettura, in larga o piccola scala che sia, abbia un grande influsso psicologico su tutti noi.
Tornando al padiglione dei paesi nordici la mostra è una raccolta bellissima di progetti scandinavi (Finlandia, Norvegia, Svezia) che affascinano per la loro bellezza, purezza, il confort, la semplicità ed allo stesso tempo la complessità intellettuale. Progetti ricchi di sfumature, che a modo mio analizzerò anche io per condividere con voi queste bellissime realizzazioni, fatte per chi ama l’architettura come concetto di vita in equilibrio con lo spazio circostante, di calore domestico e di bellezza contemplativa dello spazio.
Cominciamo con la meravigliosa Wood House realizzata nel 2012 da Unit Arkitektur (che si ringrazia per i contenuti) a Göteborg in Svezia e di cui si ringrazia El Studio per le fotografie.
La Wood House è un’abitazione realizzata in una zona di pendolari, Billdal, di Göteborg dove sono presenti una grande quantità di alloggi a schiera. Ai proprietari della villa è stato possibile, grazie a quest’accurato progetto, sentirsi immersi nella natura mentre sono in realtà circondati da altre abitazioni.
La progettazione di questa casa trae ispirazione dall’arte giapponese dello “shakkei” in cui la natura circostante viene presa in “prestito” e incorporata nella progettazione dell’architettura.
Grazie all’accurato posizionamento di pareti e finestre le vedute più piacevoli del panorama, che include anche la bellissima vista del mare all’orizzonte, sono state integrate nel progetto e proprio questo ha permesso agli abitanti di sentirsi completamente immersi nella natura anche in una zona densamente abitata ed edificata.
L’ultimo dei tre piani dell’edificio è ruotato di 90° in modo da dare le spalle ai vicini, mentre le facciate interne verso il cortile sono completamente vetrate.
Arte giapponese del Shakkei
I materiali caratterizzano in modo determinante il progetto con la loro semplice matericità, che non ha bisogno di altri “orpelli”: legno bianco lavorato con solfato di ferro che dona una particolare tonalità di grigio per la facciata, pavimenti in cemento levigato per gli interni arredati con pochi pezzi di legno chiaro e superfici intonacate dipinte di bianco. Il punto centrale della casa è la scala che gira attorno a tutto l’edificio, in cima alla scala c’è una grande terrazza e ampie finestre che si affacciano ad ovest, rendendo l’intera struttura un periscopio naturale per il sole i cui raggi vengono incanalati e portati giù ad illuminare il giardino interno.
L’esperienza creata dall’arte del “Shakkei“ inizia già dalla strada dove L’ingresso, rialzato dal piano stradale di 5 cm, grazie ad una lastra di cemento che conduce alla porta principale con una lieve pendenza, ci conduce verso un luminoso cortile centrale. Quando si cammina su per la rampa, si ha una percezione molto più luminosa del cortile grazie alla luce che viene filtrata da un muro di assi d’abete.
Tutto il progetto è studiato per fare in modo che chi abita la casa si immerga nella natura, ne faccia parte e fugga dalla società, per questo ogni scorcio della natura circostante è enfatizzata mentre la vista degli edifici viene in ogni modo occultata.