La gran parte dei laureati in architettura che hanno conseguito anche l’abilitazione in seguito al superamento dell’esame di stato preferiscono avviare un’attività in proprio, o una società con altri architetti o ingegneri edili. Si tratta della soluzione più naturale che consegue a tale ciclo di studi, per attuare la quale è però necessario effettuare alcuni precisi passi.
1 Iscrizione all’albo
In Italia per poter svolgere l’attività di architetto, apponendo la propria firma ai progetti e a varia documentazione, è necessario essere iscritti a un preciso albo professionale. Come abbiamo già accennato questa attività si può svolgere solo dopo aver superato l’esame di stato, che si svolge una volta all’anno in ogni Regione. Per iscriversi all’albo degli architetti, che è un ordine professionale come quello dei medici o degli avvocati, ci si deve rivolgere alla sede nella Regione in cui si avvierà la propria attività professionale. Ogni anno l’iscrizione è rinnovata tacitamente, è sufficiente saldare la tassa per il rinnovo.
2 La partita IVA
Un architetto che svolge la propria attività professionale deve essere in possesso di una partita IVA. Lo si può fare utilizzando un apposito modulo, che va compilato online o consegnato all’Agenzia delle Entrate. Volendo ci si può far affiancare dal commercialista, che aiuterà il futuro architetto a compilare la modulistica in maniera corretta. Il codice Ateco per gli architetti è il 71.11.00; nel momento in cui si ha a disposizione il numero di partita Iva ci si deve iscrivere alla cassa di previdenza, che per gli architetti è Inarcassa.
3 Preparare lo studio professionale
Il passo successivo consiste nel preparare uno studio professionale, all’interno del quale lavorare e incontrare i propri clienti. Servirà avere appositi software di progettazione, così come spazi adeguati. La scrivania è il posto di lavoro per l’architetto, ma con la quale si svolge anche attività di incontro con la clientela; prepararla con attenzione è quindi importante. Avere a disposizione carta intestata, fogli e quaderni con il logo dello studio o della società e materiale di cancelleria vario è importante. Stiamo parlando di prodotti di qualità, personalizzati e con uno stile che rimandi a quello generale dell’intero studio, per dare un tocco originale e professionale all’ambiente.
4 PEC e Fatturazione elettronica
Nel nostro Paese è obbligatorio per i liberi professionisti e le aziende avere a disposizione una PEC, o Posta Elettronica Certificata. È attraverso un indirizzo PEC che la pubblica amministrazione si mette in contatto con queste figure, risulta quindi necessario attivare un indirizzo di posta certificata. Si dovrà poi reperire un software per la fatturazione elettronica, concordato con il commercialista o di proprietà dello studio. Esistono anche programmi inseriti all’interno di un più ampio sistema gestionale.
6 L’assicurazione professionale
Mentre svolge il proprio lavoro l’architetto sopporta una certa responsabilità, soprattutto quando si tratta di progettare edifici. Per evitare che un errore progettuale o una problematica correlata alla burocrazia o a eventi esterni causino danni economici allo studio professionale è importante avere a disposizione un’assicurazione professionale. Dal 2014 questo è obbligatorio, per rispondere di qualsiasi danno causato a terze parti, anche in modo del tutto inconsapevole per l’architetto.